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113, che sorpresa!

113, che sorpresa!
Prendi un fine settimana di primavera, un week end incastonato in un periodo di lavoro lontano dalla famiglia, considera anche che lei, la moto, è lí con te, il meteo sembra bello, non eccellente, ma si sa, a noi motociclisti basta che non ci sia la "tempesta perfetta" e si va.
 
 
Cartina della Sicilia, è qui che mi trovo, aperta sul tavolo dell'ufficio, la guardo e decido: Madonie, tra l'altro sede della mitica Targa Florio, e Nebrodi. Sono due parchi regionali, me ne hanno parlato e mi sono incuriosito, studio la cartina e vedo che ci sono diverse strade piene zeppe di curve e, se ho capito bene dai chilometri percorsi qui in Sicilia, saranno a traffico 0!
 
Mentalizzo cosa mi devo portare in valigia e, come accade quando mi sposto solo, lo stretto necessario è già troppo. Il navigatore lo porto, non si sa mai, ho fissato solo due strade che voglio percorrere assolutamente, per il resto vado a sensazione, senza orari e senza un punto d'arrivo ben definito, se non a grandi linee.
 
Sono in strada, il pieno è fatto, ho azzeccato l'abbigliamento in base alla temperatura ed il motore gira che è un piacere, tutto intorno è un'esplosione di colori. Giro intorno alle Madonie e poi mi ci infilo dentro arrivo sino a Piano Battaglia, trovo la neve ai lati della carreggiata e scopro dei paesaggi tipici dell'Appennino centrale, che mai avrei pensato di trovare a queste latitudini.
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L'aria frizzante e la solitudine mi fanno compagnia, si la solitudine, perchè noi motociclisti siamo bravi a stare con noi stessi, una sosta una foto ed incomincia la discesa verso Cefalù. Mano a mano che l'altitudine diminuisce sale la temperatura e la vegetazione esplode: mandorli, biancospini, ginestre, buganville, mimose, glicini, limoni, aranci ed a terra letteralmente un tappeto di finocchietto selvatico, l'odorosa macchia mediterranea emana i suoi gradevoli effluvi che mi riempiono il casco, esco da una curva in discesa e mi trovo davanti il mare infinito e si intravedono in lontananza le sagome delle Isole Eolie e rimango senza fiato.
 
A Cefalù mi dirigo verso est sulla SS113, la Settentrionale Sicula, che collega Palermo a Messina e ne rimango entusiasta! Una strada con pochissimo traffico, a tratti a strapiombo sul Mar Tirreno, una luce di mezzo pomeriggio perfetta per far risaltare i colori di questa parte dell'isola, insomma, mi sento un bimbo felice! Mi ricorda tanto la via Aurelia in Liguria e la mente mi riporta alla luce chilometri fatti da bimbo con mio padre.
 
A Sant'Agata Militello lascio la costa a malincuore e m'infilo nel parco dei Nebrodi, direzione Cesaró; che strada ragazzi, asfalto perfetto, immersa in un querceto infinito, incontro un cinghiale, presumo femmina, con quattro piccoli al seguito, mi ha messo un pó di soggezione, abbasso l'andatura perché penso al fatto che potrei trovarmene un'altra in mezzo alla strada.
 
Arrivo a Cesaró ed è ormai l'imbrunire, sto percorrendo la SS120, la strada dell'Etna e delle Madonie ed ho sua maestà il vulcano sulla mia destra, dopo una serie di tornati scendo a fondo valle e l'idea è quella di dormire a Randazzo, sono andato un pó lungo con l'ora ma lo spettacolo che vedo mi lascia positivamente attonito, lo sbuffo vulcanico bianco che si leva dal cratere si tinge di un rosso acceso al calare della luce diurna. Che spettacolo!
 
Stanotte dormiró alle pendici dell'Etna, e spero che lo faccia anche lui.
 
Mi rimane solo un dubbio, ma la femmina di cinghiale si chiama cinghiala o cinghialessa?
 
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letsgo



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