La ruota anteriore della mia Kawasaki Z 750 classe 2004 tocca la rampa di accesso al traghetto per la Corsica. Mi fermo.
"Ma dove sto andando?"
Improvviso senso di panico.
"Ma dove sto andando?"
Improvviso senso di panico.
"Non so neanche se sono in grado di farcela fisicamente."
Improvvisa sensazione di vuoto.
"E lei? La mia BlackSoul ce la farà a non rompersi? Ha i suoi 59000km di esperienza ormai."
Improvviso cuore che accelera.
Paura.
Ho paura.
E allora capisco che devo farlo.
La paura.
Se c'è la paura io vado. Non so come ci sono arrivato ma dentro di me vige questa regola:
"Se hai un dubbio, fermati. Se hai paura, fallo!"
(tratto dal libro "Profumi dal Pianeta" di Riccardo Stuto, edit. PS Edizioni)
Improvvisa sensazione di vuoto.
"E lei? La mia BlackSoul ce la farà a non rompersi? Ha i suoi 59000km di esperienza ormai."
Improvviso cuore che accelera.
Paura.
Ho paura.
E allora capisco che devo farlo.
La paura.
Se c'è la paura io vado. Non so come ci sono arrivato ma dentro di me vige questa regola:
"Se hai un dubbio, fermati. Se hai paura, fallo!"
(tratto dal libro "Profumi dal Pianeta" di Riccardo Stuto, edit. PS Edizioni)
Così recitano le prime righe della mia avventura chiamata «Profumi dal Pianeta». È un libro ma prima di tutto un viaggio. Il mio primo viaggio alla scoperta di questo meraviglioso sassolino nell'Universo su cui abitiamo e che, non si sa come mai, distruggiamo come se ce ne fossero altri mille a disposizione.
È stato un viaggio deciso all'ultimo minuto. O meglio, sarebbe dovuto essere un viaggio con altri due miei amici ma alla fine è finita come quando si deve decidere che film vedere e si è in troppi a parlare: "Io ho le ferie prima", "Io ho le ferie dopo", "La mia ragazza vuole", "La mia ragazza non vuole", "Il mio pesce rosso non vuole rimanere solo col gatto" e così via. Quindi che fai? Prendi e parti.
Da solo.
"E ce la si fa?"
Dico a me stesso.
"Non lo so. Parto apposta per scoprirlo."
Mi rispondo.
"E dove si va?"
"Uhmmm...all'Oceano? Si proviamo, non l'ho mai visto. Di certo avrà poco a che fare col mare."
"E come si fa?"
"Uhmmm...prepara quello di cui sarai certo ti servirà, tenda, sacco a pelo e sali in moto. Poi punta dritto verso un obiettivo e vedi cosa succede. Male che va aggiusti il calibro strada facendo."
E il meraviglioso tramonto sull'autostrada per Livorno del primo giorno di viaggio mi ha subito fatto capire che avevo fatto la scelta giusta nonostante le previsioni di pioggia. Veniva giù infatti dalla Liguria un'improvvisa perturbazione di tre giorni. Il meteo l'ha dichiarata all'ultimo secondo ed infatti si muoveva rapidamente. Il primo giorno rischiavo di non varcare neanche il confine italiano e per giunta di rimanere bloccato in Liguria chissà dove per tre giorni vista la consistenza della tempesta.
No, non potevo mancare subito il primo obiettivo del viaggio.
"E allora che si fa?"
"Si improvvisa."
Ed ecco il primo brivido, la prima scossa di vita. Improvvisare È sentirsi vivi.
Mi viene in mente quindi che potrei girare intorno a questa perturbazione. Come? Passando dalla Corsica e puntare così dritto su Nizza. Ovviamente in nave. La mia Kawa ancora non ha imparato a nuotare.
Mi ricordo di avere un'amica al porto di Livorno e capisco che è un segnale inconfondibile. La chiamo, mi riesce a fare tutti i biglietti del caso e...si riparte!
Scoprire chi siamo è la vera Libertà. La paura e l'improvvisazione sono forse gli ingredienti principali di quello che io chiamo "senso di Vita".
Il traghetto è di fronte a me, pronto a inghiottirmi nelle sue ferrose fauci. Obiettivo centrato.
A volte l'unico modo per sentirsi vivi è complicarsi le cose.
Il tizio dietro di me, automobilista, dà un colpo di clacson. Poi aggiunge a voce un colpo di classe:
"Ahó! 'Mbé? Daje 'n po'! Mica è 'n quadro che lo devi da guardà!"
A quanto pare non sono l'unico romano a Livorno.!
Metto la prima e salgo sulla rampa.!
Consapevole.!
(tratto dal libro "Profumi dal Pianeta" di Riccardo Stuto, edit. PS Edizioni)
- Riccardo Stuto -
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