GIORNI 8 - 12
Lambesc - Marsiglia - Grand Canyon du Verdon - Avignone - Arles
(km tot. viaggio 2197)
"Ci sono cose che accadono. Altre che accadono troppo spesso”
(tratto dal libro "Profumi dal Pianeta" di Riccardo Stuto, edizioni PS Edizioni)
Lo ammetto: sono partito per questo viaggio in moto anche per scoprire altri tipi di “curve”. Come quelle di una donna per esempio. Ed ecco che proprio in quel puntino sulla cartina chiamato Lambesc, che chissà per quale motivo spiccava tra tutti gli altri uguali, incontro due occhi blu come il mare. Forse era proprio questo il motivo.
"Posso avere un tè freddo al limone” chiedo in francese a questa ragazza del bar del campeggio in cui sono appena arrivato. Lei si gira, mi vede, mi sorride e… quella vibrazione che caratterizza ogni genere di incontro “particolare” attraversa la mia anima. E credo anche la sua visto che ha iniziato improvvisamente a far cadere ogni cosa che toccava e a sbattere su ogni spigolo. Il tè arriva ma lei scappa via. Il suo turno di lavoro è finito e finisco di pagare alla proprietaria del campeggio.
Non la rivedrò per tutti e quattro i restanti giorni che passerò in quel campeggio perché i miei giri di esplorazione saranno sempre nelle stesse ore dei suoi turni di lavoro. Tranne l’ultimo giorno. Prima di partire per la prossima tappa, aspetto che inizi a lavorare e facendomi coraggio con un altro tè freddo al limone le dico:
“Tornerò a salutarti alla fine del mio viaggio, lo prometto.”
Colpita e affondata. Del resto è per questo che noi italiani siamo famosi all’estero no? Lei ovviamente non ci ha creduto perché ho scoperto che siamo famosi anche per il dire e ridire ma poi non manteniamo mai la parola. Peccato che con me dovrà rivedere le sue teorie stereotipate.
La tappa a Lambesc è stata importante anche per un altro episodio d’Amore, se così vogliamo chiamarlo. Io sono dell’idea che il Tempo e l’Amore siano due elementi che non potranno mai essere legati. Quindi si, per me era Amore.
Me ne stavo tranquillo a ingurgitare come un maiale un delizioso pain au chocolat ad una pasticceria accanto ad un supermercato quando i miei occhi incrociano lo sguardo di una ragazza seduta in macchina sul lato guida. Occhiali con montatura nera che incorniciavano due occhi grandi come i sogni che comunicavano. Mi sorride. Io smetto di masticare come un selvaggio e mi giro per vedere se c’era qualcuno alle mie spalle. Nessuno. Stava sorridendo proprio a me! Mi ricompongo, mando giù anche se era troppo grosso, mi sgrullo di dosso le molliche che mi avevano completamente ricoperto neanche avessi 5 anni e cerco di assumere un tono più dignitoso. Lei mi sorride ancora. Sicuramente dal suo punto di vista dovevo essere molto buffo.
Le curve dei suoi occhi e delle sue labbra mi fanno scalare marcia e il battito del mio cuore aumenta di giri. Mi volto per lasciare quello che noi chiamiamo saccottino al cioccolato sul serbatoio della moto, faccio un respiro profondo e decido di andare all-in: voglio avvicinarmi per parlarle. Tempo di fare un passo e dalla parte del passeggero entra una signora. Mette delle buste della spesa sul sedile posteriore e la ragazza mette in moto. Interrompo immediatamente quella che stava per diventare una marcia trionfale. Lei mi lancia un’ultima occhiata alzando le spalle come per dire “Mi dispiace ma devo andare”. Frenata brusca. Il mio cuore inchioda e scivola nel silenzio. Tutto intorno sembra non esistere più. Sento solo il rumore della sua macchina che se ne va.
D’istinto mi infilo il casco e salgo in moto, vado per accendere e… mi fermo. “Ma che sto facendo? Se le corro dietro rischio di essere scambiato per maniaco e di beccarmi una denuncia per stalking. Qui la legge di sicuro funziona. Lasciamo perdere…”
In realtà vado avanti… ma con carta e penna. Scrivo immediatamente sugli appunti del mio telefono il racconto «Amore di carta» che troverete sul mio libro. Dovevo fermare ad ogni costo quelle mie emozioni da qualche parte. L’anno seguente decido di girarne addirittura il cortometraggio «Non c’era una volta…» con cui tra l’altro vinco un festival e arrivo in finale in altri 18 sul territorio nazionale. Potete guardarlo cliccando quì.
Oltre alle curve femminili ovviamente ci sono state anche curve architettoniche come quelle del bellissimo, bianchissimo e perfettamente conservato Colosseo di Arles e tantissime curve stradali. Sulla cartina appena ho letto il nome “Grand Canyon du Verdon” mi sono infilato il casco e mi sono precipitato là. Se dico che ho fatto su e giù per il Canyon per ben 4 volte ci credete? Le prime due di esplorazione. Le altre con la GoPro accesa!
Prima o poi dovrò decidermi ad aprire un canale con solo i video “on board” di tutti i posti meravigliosi in cui sono stato.
L’unica cosa che non potrà mai essere documentata con nessun mezzo di comunicazione è il Profumo. Non dimenticherò mai quello dei famosissimi altopiani della Provenza pieni di coltivazioni di Lavanda.
“Su 2 ruote ti puoi prendere tutto il Mondo che vuoi.
Puoi possedere il Tempo senza rimanere schiavo delle dimensioni delle 4 ruote.
Puoi conoscere il vero profumo dell’aria di campagne, valli o montagne e renderti conto che potrebbe essere la normale aria da respirare ogni giorno.
Questo che sto respirando ora a pieni polmoni in mezzo a questa Lavanda è il vero COLORE dell’aria. Sta qui, a disposizione di tutti!
E invece abbiamo deciso di respirare il nero della guerra.
[…]
Vorrei poter fotografare il Profumo…”
(tratto dal libro "Profumi dal Pianeta" di Riccardo Stuto, edizioni PS Edizioni)
- Riccardo Stuto -
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